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Duecento anni di storia e un fascino senza tempo

IL PALAZZO

Palazzo San Teodoro è una delle residenze nobiliari sorte nel borgo di Chiaia nei primi anni del XIX secolo grazie alla lungimiranza del re di Napoli Ferdinando IV di Borbone che, pochi anni prima, aveva voluto la costruzione della Real Villa, il Real Passeggio di Chiaia, oggi denominata Villa Comunale. Quella che era una spiaggia e un pittoresco borgo extra-moenia, abitato da pescatori, divenne ben presto dimora prediletta di molte famiglie aristocratiche del Regno che qui incominciarono a costruire i propri palazzi secondo il gusto Neoclassico corrente.

Il duca Carlo Caracciolo di San Teodoro acquistò ben tre edifici lungo l’attuale Riviera di Chiaia, appartenenti alle famiglie Pannone e Leonardo di Tocco, e affidò, nel 1826, all’architetto toscano Guglielmo Bechi – chiamato dalla Corte borbonica a lavorare nella capitale del Regno delle Due Sicilie – l’incarico di farne un’unica, grande dimora.

Il risultato è un’autentica opera d’arte di stile neoclassico che negli anni ha conservato pressoché integre le decorazioni originali e gran parte dell’arredo.

Il palazzo, con singolare pianta ad “L”, dalla riconoscibile facciata in rosso pompeiano, è distribuito su tre livelli e impreziosito al centro da un elegante loggiato che per ogni piano presenta un ordine diverso: Dorico al pian terreno, Ionico al primo piano e Corinzio al secondo piano.

Il vestibolo in piperno grigio, con tre aperture scandite da quattro colonne scanalate con capitelli dorici, segna l’ingresso al Palazzo e sostiene anche la lunga balconata che percorre tutta la facciata.

La maestosa scala neoclassica, in marmo bianco, con volta a padiglione e sculture decorative, conduce al piano nobile dove si svelano i saloni affrescati di ispirazione ellenistica, pompeiana ed ercolanense.

La Galleria caratterizzata da grandi vetrate, stucchi e lampadari di cristallo e bronzo dorato, introduce ai tre saloni, tutti con i soffitti affrescati: sono il Salone degli Specchi, la Sala da pranzo con prezioso lampadario in bronzo dorato e cristallo e l’eclettico Salone da Ballo a pianta rettangolare e soffitto a volta, con colonne e lunette affrescate, grandi specchiere e stucchi dorati.

La progettazione di Guglielmo Bechi, ritenuta esemplare, valse all’architetto toscano numerosi altri incarichi in città, tra questi, il più rilevante è certamente quello avuto per Villa Pignatelli legata dallo stesso fil rouge a Palazzo San Teodoro.

Oggi Palazzo San Teodoro, ristrutturato con grande cura, è uno spazio aperto alla città, sede di incontri culturali, eventi privati, ricevimenti e cene di gala.

IL PALAZZO

Palazzo San Teodoro è una delle residenze nobiliari sorte nel borgo di Chiaia nei primi anni del XIX secolo grazie alla lungimiranza del re di Napoli Ferdinando IV di Borbone che, pochi anni prima, aveva voluto la costruzione della Real Villa, il Real Passeggio di Chiaia, oggi denominata Villa Comunale. Quella che era una spiaggia e un pittoresco borgo extra-moenia, abitato da pescatori, divenne ben presto dimora prediletta di molte famiglie aristocratiche del Regno che qui incominciarono a costruire i propri palazzi secondo il gusto Neoclassico corrente.

Il duca Carlo Caracciolo di San Teodoro acquistò ben tre edifici lungo l’attuale Riviera di Chiaia, appartenenti alle famiglie Pannone e Leonardo di Tocco, e affidò, nel 1826, all’architetto toscano Guglielmo Bechi – chiamato dalla Corte borbonica a lavorare nella capitale del Regno delle Due Sicilie – l’incarico di farne un’unica, grande dimora.

Il risultato è un’autentica opera d’arte di stile neoclassico che negli anni ha conservato pressoché integre le decorazioni originali e gran parte dell’arredo.

Il palazzo, con singolare pianta ad “L”, dalla riconoscibile facciata in rosso pompeiano, è distribuito su tre livelli e impreziosito al centro da un elegante loggiato che per ogni piano presenta un ordine diverso: Dorico al pian terreno, Ionico al primo piano e Corinzio al secondo piano.

Il vestibolo in piperno grigio, con tre aperture scandite da quattro colonne scanalate con capitelli dorici, segna l’ingresso al Palazzo e sostiene anche la lunga balconata che percorre tutta la facciata.

La maestosa scala neoclassica, in marmo bianco, con volta a padiglione e sculture decorative, conduce al piano nobile dove si svelano i saloni affrescati di ispirazione ellenistica, pompeiana ed ercolanense.

La Galleria caratterizzata da grandi vetrate, stucchi e lampadari di cristallo e bronzo dorato, introduce ai tre saloni, tutti con i soffitti affrescati: sono il Salone degli Specchi, la Sala da pranzo con prezioso lampadario in bronzo dorato e cristallo e l’eclettico Salone da Ballo a pianta rettangolare e soffitto a volta, con colonne e lunette affrescate, grandi specchiere e stucchi dorati.

La progettazione di Guglielmo Bechi, ritenuta esemplare, valse all’architetto toscano numerosi altri incarichi in città, tra questi, il più rilevante è certamente quello avuto per Villa Pignatelli legata dallo stesso fil rouge a Palazzo San Teodoro.

Oggi Palazzo San Teodoro, ristrutturato con grande cura, è uno spazio aperto alla città, sede di incontri culturali, eventi privati, ricevimenti e cene di gala.

Duecento anni di fascino senza tempo.